Grafico, pubblicitario, pittore, critico d’arte, disegnatore: all’appello si aggiungono anche sette Clio Awards, sette Leoni di Cannes, un Telegatto per la pubblicità Barilla, l’Oscar Mondiale della pubblicita’ e molto altro ancora.
Eppure ciò che Gavino Sanna è stato per la Sardegna e per l’Italia è molto più di questo.
Da poco si è conclusa “Una Vita“, la mostra a lui dedicata nella città di Alghero presso la sala espositiva Lo Quarter, dove Sanna si è messo a nudo, esponendo le sue prime opere e raccontando di persona ai visitatori la sua storia, ricca di aneddoti e di passione per l’arte.
Noi di Parmesse abbiamo avuto la fortuna di poterlo incontrare, stringergli la mano ed ascoltare la sua storia, oltre che ammirare l’evoluzione del suo operato artistico.
Classe ’40, nasce a Porto Torres crescendo tra l’affetto di mamma e l’ordine di babbo, e l’incontro con l’arte avviene sin da subito: conservava infatti gelosamente le riviste della madre da cui copiava le modelle, dimostrando già allora un tratto netto e deciso, confidandoci della sua innocente curiosità verso i modelli di nudo femminile, che copiava con estrema facilità.
Già a 13 anni la sua bravura nel disegno fa chiacchierare il paese, meravigliando amici e parenti, arrivando fino alle orecchie del direttore della Nuova Sardegna che propone a Gavino la prima offerta lavorativa della sua vita.
“Tra una settimana portami una caricatura di Antonio Segni, e se mi piacerà ti darò uno spazio sulla Nuova Sardegna in cui pubblicheremo i tuoi disegni“.
Carta, matita, china e olio di gomito: sarà questa la ricetta vincente che garantirà a Gavino il suo primo posto di lavoro.
Questa collaborazione lo vedrà impegnato per cinque anni, periodo in cui spenderà spesso del tempo al bar “La Gabbia” di Sassari, dove immortalava su carta i personaggi ed i politici più illustri della cittadina Sassarese.
Sotto consiglio della famiglia, frequentò l’Istituto d’Arte Filippo Figari a Sassari.
Una volta diplomato, deciderà di partire verso la grande mela Italiana – Milano – in cui riesce a venire in contatto con un vecchio giornalista sardo, che gli propone di fare il pubblicitario: “Io non sapevo nemmeno cosa fosse la pubblicita’” ci dice Gavino ridendo. Ironico pensare che poi sarebbe diventato uno dei più grandi – se non il più grande – esperto di pubblicità e comunicazione al mondo.
Questione di attimi ed ecco il primo incarico importante, un colossal della pubblicità Italiana: i Baci Perugina.
La realizzazione di questa campagna fu un vero e proprio roller coaster di emozioni: come progetto originale vennero proposte delle foto sensuali ed erotiche di modelle in spiaggia: “Ci urlarono contro, eravamo disperati perché finimmo il budget. Dovemmo rifare tutto dall’inizio.“
Gavino però riuscì a risolvere la situazione, impersonandosi modello insieme alla bella segretaria in un laghetto, e chiedendo ad un amico fotografo di scattare le foto che successivamente risultarono iconiche.
Per rendere ancora più memorabile la pubblicità, l’agenzia decise di ingaggiare Frank Sinatra, che avrebbe dovuto cantare le sue canzoni e, verso la fine delle riprese, dire “Ovunque c’è amore c’è un Bacio Perugina“.
“Non sappiamo se si dimenticò di farlo”, disse Gavino, “ma finite le canzoni andò via, provammo a fermarlo ma ci disse di andare a quel paese. Per fortuna l’operatore registrò tutto e riuscimmo a doppiare Sinatra in italiano e a dire la frase: fu un successo enorme“.
Da qui in poi Gavino decise di fare ulteriori passi: tra il girovagare di altre agenzie Milanesi venne assunto per un’agenzia Americana: “Non parlavo Inglese, così decisi di lavorare per loro direttamente negli Stati Uniti e imparare la lingua“.
Prima Benton and Bowles, poi Fiat, l’iconico spot della Barilla, per continuare con Giovanni Rana e coinvolgendo sempre di più personaggi di spessore, esteri e non: da quel momento il marchio di Gavino Sanna divenne lo stereotipo di pubblicità in Italia.
Per un’artista del suo calibro la comunicazione è fondamentale, soprattutto mettersi come missione quella di raccontare la storia delle famiglie, e delle emozioni che esse provano, sia come singoli individui che come gruppo. Questi per Gavino sono gli ingredienti principali e fondamentali per fare Pubblicità con la “P” maiuscola.