Sabato 20 aprile, nella storica Galleria Centro Steccata di Parma, abbiamo avuto il piacere di assistere al vernissage della mostra “Mimesis” di Aldo Agnini, che sarà visitabile dal 20 aprile al 30 giugno, a cura Martina Corgnati.
La mostra Mimesis alla Galleria Centro Steccata
La mostra “Mimesis” è stata organizzata con l’ambizione di ripercorrere tutta la produzione artistica del pittore Aldo Agnini. Un obiettivo che Martina Corgnati, curatrice della mostra, e Vittorio Zanini, direttore della Galleria Centro Steccata di Parma, può dire di aver raggiunto: le opere in mostra infatti vanno dal 1966 fino al 2022, e coprono tutte le maggiori fasi artistiche di Agnini.
Una pittura, quella di Agnini, che sicuramente ha fatto tesoro dell’opera di alcuni grandi artisti moderni (come Carlo Mattioli ed Alberto Burri, giusto per citarne un paio), ma è restata sempre fedele all’animo dell’artista. Agnini ha seguito un suo percorso, libero ed originale, che lo ha portato ad indagare, in tempi non sospetti, temi che si sono rivelati centrali: il rapporto tra vero e falso, e il rapporto dell’uomo col passare tempo.
Grazie anche alla bravura tecnica di Agnini, lo spettatore si trova totalmente immerso nelle sue opere, talvolta anche confuso, nel cercare di distinguere i tessuti veri dai trompe l’oeil. Non a caso, il nome della mostra “Mimesis” deriva dal greco e significa “imitazione” e “somiglianza”.
Aldo Agnini racconta il suo percorso artistico
“Sono nato a Parma nel 1935. Da bambino è emersa la mia attitudine al disegno, affinata con lo studio fino a frequentare l’Istituto Superiore d’Arte annesso al Castello Sforzesco di Milano. Negli anni ’50 ho partecipato alle prime mostre collettive nella Provincia di Parma, incoraggiato da riconoscimenti e premi; le prime mostre personali erano incentrate sullo studio dei movimenti di gioco dei bambini.
In seguito, mi sono concentrato sul naturalismo con positivi riscontri della critica locale.
Determinato ad elaborare un linguaggio personale, la mia attenzione è stata attirata da oggetti di uso comune, come un frammento di tela di materasso: quella inconfondibile stoffa a chiare righe su fondo variamente colorato, sulla quale generazioni di persone hanno riposato, dormito, vissuto gran parte della loro vita.
Come in un gioco, inizia una “sfida” quasi impossibile: dipingere sulla stessa tela, a diretto confronto pieghe, drappeggi, toppe… sì da imitare il vero sul vero (vero-verosimile- finto). Lo scopo è di insinuare il dubbio che spesso confina con l’inganno, fino ad indurre lo spettatore a verificare con mano (novello San Tommaso) quale parte è vera e quale dipinta. Con le medesime modalità e scopi estendo la scelta a nuovi materiali tessili come la tela grezza, sacchi di iuta (utilizzati per il trasporto del carbone, caffè etc.), sete e broccati che inserite a contrasto in nuove composizioni creano un particolare effetto spiazzante. Il gioco prosegue con l’applicazione di lucchetti, cerniere e catenacci veri o posticci a “sigillare” libri improbabili.
Anni dopo inizio a riflettere sul tempo che scorre: ritraggo meridiane, clessidre e metronomi quali strumenti non convenzionali per misurare le ore. Invece le mie sculture, realizzate con materiali diversi, rimandano ai Segni Zodiacali. Le occasioni e le commissioni mi hanno inoltre permesso di far parlare la mia arte nei contesti di vita umana più vari: dal premio per il vincitore del Masgalano del Palio di Siena, al polittico installato nell’ingresso del Palazzetto dello Sport del “COSTONE” di Siena, all’Ambone e al grande Crocifisso, dipinto su legno, per l’Altare Maggiore della Chiesa di SANTA CATERINA di Colle di Val d’Elsa (Si).
Ultimamente, con divertita autoironia, ho iniziato a disegnare “Giochi d’Artista” raffiguranti vere e proprie “incursioni” negli studi di Grandi Maestri dell’Arte contemporanea quali Picasso, Braque etc… oltre a figure e ritratti improbabili.“