Gli Eredi Brancusi sono un gruppo di artisti piemontesi, di Bra, infatti il nome disegna “la gente che proviene da Bra”, i cui membri sono Massimo Ruffinengo, Franco Ferrero e Gianluca Canè.
La storia degli Eredi Brancusi
Il collettivo nasce nel 1992 seguendo le orme dei dadaisti prendendo in considerazione i ready-made, prelevando quindi oggetti dal quotidiano e spostandoli di contesto.
Gli Eredi ci raccontano che il gruppo sia stato fondato dal celebre scultore romeno Constantin Brancusi a Parigi, nel 1955, nel momento in cui lo comunica in una lettera a Marcel Duchamp.
Nel 1956, quindi, Duchamp consegna un voluminoso “pacco” ad Antonia Isnardi, balia di Franco Ferrero. Quest’ultimo diventerà il primo erede, in quanto riceverà a sua volta il “pacco” per il suo diciottesimo compleanno.
Molti dettagli sul meccanismo di reclutamento dei membri restano oscuri, la costituzione avviene negli anni Ottanta e produce una narrazione mitologica che si fonda su un grande numero di materiali d’archivio e di false prove, come pagine di un diario inesistente, fotografie alterate con il fotomontaggio.
Partendo dal tema della storia e della memoria portano in primo piano il concetto di autenticità dell’opera e del rapporto con la storia dell’arte, giocando col verosimile, visto come collante tra reale e immaginario, e “recuperando con la memoria le avanguardie, rielaborandole”.
Uno dei metodi di lavoro degli Eredi Brancusi consiste nell’utilizzare i resti, gli scarti, le scorie di lavorazione degli artisti del secolo scorso, ad esempio Man Ray, Duchamp, Alberto Burri, Hans Arp, Henri Matisse; la prima mostra risale al 1995, mostrando i Lasciti di questi artisti.
Ad esempio il Lascito Duchamp è una bicicletta a cui manca la ruota anteriore, usata dall’artista per realizzare la sua Ruota di Bicicletta; nel Lascito Man Ray viene mostrata la fotografia da cui l’artista abbia presumibilmente prelevato l’occhio per porlo sul metronomo creando Object to Be Destroyed.
Fanno quindi credere che si trattino delle reali parti di oggetti che gli artisti non utilizzano, anche se Ferrero ha più volte affermato che il loro scopo principale non era quello di costruire dei falsi e che non si aspettavano di essere creduti, la loro intenzione è di stabilire attraverso l’ironia un patto di complicità con chi guarda.
Altra volontà è quella di fare scaturire ragionamenti sul concetto di “scarto”, delle motivazioni che portano ad eliminare qualcosa, al “non utilizzo”.
Nel progetto Scomparsepongono a loro stessi e agli spettatori un interrogativo: “di chi vorresti vedere la lapide di chi non esiste?”, creando un cimitero di personaggi romanzeschi all’interno di un bosco, da Dorian Gray, Anna Karenina, Superman a Marinella cantata da De André, innescando riflessioni sul dolore e sulla memoria.
Attraverso le tombe viene, quindi, sottolineata l’importanza del culto dell’immaginario e della finzione.