Pordenone non è dietro l’angolo, è vero. Se vi recherete lì però, quest’anno, certo non sarà un viaggio sprecato. Nel piccolo centro storico di questa cittadina friulana, dove echi austro ungarici rivivono nel tintinnio delle tazzine di caffè, nei saloni accoglienti delle pasticcerie d’altri tempi, nel personale in livrea che con cortesia e sollecitudine si occupa della vostra ordinazione al tavolo, galleria Herry Bertoia ristora la vostra vista e la vostra mente, grazie a due bellissime mostre allestite in un’ unica iniziativa. BRUNO BARBEY “Gli Italiani”, e ITALO ZANNIER “Io sono io”. Due nomi che hanno lasciato un segno nella storia della fotografia in Italia.
Tante le opere esposte, collocate su due piani, uno per ciascuno. Ma andiamo con ordine…

Al piano terra, la prima parte della mostra, quella dedicata ad Italo Zannier: forse il fotografo più “didattico-documentarista” della storia della fotografia italiana. Fotoproduttore instancabile, stilisticamente libero da qualunque gabbia: attraverso la sua fotografia porta alla luce interni desolati e neorealisti, la fotografia di architettura, di paesaggio, di sociologia, spingendosi fino agli scatti concettuali, surrealisti e di textures. Vi troviamo tutto questo, nella mostra a lui dedicata: vasta, per numero di opere, e ricca, per le epoche rappresentate. Il visitatore viene immediatamente sedotto dal suo sguardo, viene trasportato di qua e di là, con lui. Viene portato a vedere, a conoscere, a scoprire i mille aspetti catturati, documentati e conservati nelle sue immagini. Foto che rapiscono, senza allontanare dalla realtà, e fanno scendere l’osservatore al suo interno, facendone conoscere gli anfratti più veri.

Salendo di un piano, si giunge alla seconda parte della mostra, quella dedicata al magnum Bruno Barbey.
Le opere esposte sono quelle del ciclo da lui realizzato negli anni 60 in Italia, chiamato “Gli Italiani”. A bordo di un vecchio maggiolino, decise di girare l’Italia, principalmente fra Milano, Genova, Roma, Napoli e Palermo, per catturare le espressioni più vere, più autentiche e genuine ma anche più teatrali, di un popolo ancora pulsante di tradizioni, che volgeva già le sue aspirazioni al benessere che stava arrivando.
Uno spaccato d’Italia e delle sue piazze, del brulicare delle sue vie, fermato dagli scatti sapienti di un occhio affilato che ritrae giovani, donne, adolescenti, anziani, uomini, bambini, da nord a sud, di qualunque estrazione sociale, intenti alle attività più comuni, nel lavoro o nel tempo libero. All’interno o all’esterno di case, quartieri, negozi, teatri, città, villaggi. Il lavoro fa emergere sensibilmente il divario nord-sud: il primo già emancipato, il secondo, più povero, ancora legato a tradizioni profonde e riti arcaici. In tutto, la gente: pose secche. Gesti cristallizzati nel momento massimo della loro espressione. Fugaci. Talvolta inaspettati, sorprendenti. Altre volte invece i visi sono colti nelle loro pose più note, in momenti di comune quotidianità, ma sempre in dialogo con l’obiettivo e quindi, in relazione con l’osservatore.
“Sono convinto che il tempo abbia dato agli italiani, ai loro volti ed alle loro espressioni, un po’ di anima (…). Non avevano nessun complesso davanti alla lente. Guardavano in macchina rimanendo ben dentro i loro panni e la loro vita. Amavano la vita. Tutto quello che dovevo fare era coglierli così com’ erano.” cit. Bruno Barbey, parlando del suo foto reportage “Gli Italiani”.

Una mostra che non delude nessuno. Che merita di essere vista e assaporata. Prima di abbandonarsi a qualche altra specialità, comodamente seduti su una poltroncina di velluto, serviti da personale in livrea, fra un vociare rumoroso, un tintinnio di ceramiche, sotto pareti di specchi, e lampadari di cristallo.

https://www.comune.pordenone.it/it/comune/il-comune/strutture/galleria-harry-bertoia/events/visita-guidata-alle-mostre-bruno-barbey-gli-italiani-e-italo-zannier-io-sono-io

Trending