Louise Bourgeois e il Fallo sulla Spalla: Un Gesto di Potere e Provocazione

Louise Bourgeois ritratta da Robert Mapplethorpe, 1982

Nel mondo dell’arte contemporanea, pochi artisti hanno saputo esplorare la complessità della sessualita’ e del trauma con la stessa audacia di Louise Bourgeois. Una delle sue opere più provocatorie, Fillette (1968), una scultura che raffigura un fallo, ha suscitato discussioni accese. In una foto iconica di Robert Mapplethorpe, Bourgeois posa con Fillette appoggiata sulla spalla, un gesto che ha catturato l’attenzione del pubblico, sollevando interrogativi su potere, genere e vulnerabilità. Ma cosa ha spinto Bourgeois a creare e portare questa scultura con tale sicurezza?

Fillette, 1968, New York, MoMA
Louise Bourgeois, Fillette, 1968, New York, MoMA

Louise Bourgeois: il Corpo Come Terreno di Conflitto

Bourgeois ha spesso esplorato il corpo umano come simbolo di potere e fragilità. Fillette, una scultura fallica in lattice e resina, rappresenta un chiaro esempio di questa dialettica. Lontana dall’essere una semplice provocazione, l’opera incarna la riflessione dell’artista sui ruoli di genere, mettendo in discussione i tradizionali simboli di virilità. Bourgeois stessa ha dichiarato: “Il fallo è una figura sia di protezione che di vulnerabilità”.

La Fotografia di Mapplethorpe: Arte nella Performance

La foto del 1982 in cui Robert Mapplethorpe ritrae Bourgeois con Fillette appoggiata sulla spalla è diventata un’icona del mondo dell’arte.

In essa, l’artista sorride, come se stesse giocando con le aspettative del pubblico. Questo atto non era casuale, ma piuttosto un’affermazione della sua autorità artistica e personale. Mostrare una scultura fallica con tale nonchalance ribalta le convenzioni sociali, evidenziando come il corpo possa essere manipolato, scomposto e riassemblato attraverso l’arte.

Il fatto che Bourgeois, una donna, portasse un fallo come accessorio visivo rappresentava una sovversione delle norme di genere, sfidando il pubblico a confrontarsi con i pregiudizi sessuali e i simboli del potere maschile. Come ha osservato l’artista: “L’arte non è una terapia, ma è capace di portare alla luce le tensioni nascoste” (Bourgeois, 1992).

L’Eredità di Fillette

Fillette non è solo una riflessione sulla sessualità, ma anche un simbolo della capacità di Bourgeois di rielaborare il trauma personale in arte. Cresciuta in una famiglia complessa, con un padre infedele e una madre malata, l’artista ha spesso esplorato temi di abbandono, tradimento e intimità. Il pene diventa, in questo contesto, non solo un simbolo di dominazione, ma anche di vulnerabilità. La scultura, con le sue superfici lisce ma la forma rigida, trasmette un duplice messaggio di forza e fragilità.

La sua decisione di portare Fillette con sé ha radici profonde nella sua pratica artistica. Bourgeois ha esplorato le tensioni psicologiche e fisiche con un linguaggio scultoreo unico, dove la carnalità si incontra con l’astrazione. In un’epoca in cui il corpo femminile era spesso oggetto dello sguardo maschile, Bourgeois ha trasformato l’arte in un mezzo per rivendicare la propria autonomia.

L’immagine di Louise Bourgeois con Fillette appoggiata sulla spalla è diventata una potente icona dell’arte contemporanea. La sua capacità di prendere un simbolo di potere maschile e trasformarlo in una dichiarazione di ambiguità e vulnerabilità riflette il suo profondo impegno nella de-costruzione dei ruoli di genere e delle dinamiche di potere. L’eredità di Bourgeois continua a ispirare generazioni di artisti che, come lei, usano il corpo come campo di battaglia per esprimere le tensioni più intime e universali.

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