Dal Primo Incontro all’Amicizia con Pablo Picasso
E’ il 1953, e il sole batte su un pittoresco scorcio di Vallauris, cittadina della Costa Azzurra incastonata tra Cannes e Antibes. Il giovane Andrè Villers ferma per strada un uomo dall’aspetto conosciuto: e’ Pablo Picasso. Villers gli scatta una foto, e da questo decimo di secondo nasce un rapporto che si svilupperà lungo tre filoni: uno personale, nutrito da stima reciproca e affettuosa amicizia, uno di collaborazione artistica, e un ultimo di documentazione fotografica del portafoglio di opere di Picasso.
I tre filoni si intersecano, influenzandosi reciprocamente, come spesso accade nei rapporti che sfuggono la superficialità della monodimensione: Picasso non appartiene a un’unica categoria per Villers, né tantomeno vale il viceversa: entrambi sono artisti, uomini, individui, amici e molto altro.
Ben presto, la prima fotografia nelle strade di Vallauris è soltanto la prima di una lunga serie. Dopo quel primo incontro, tanto fugace quanto significativo, Villers inizia a frequentare regolarmente lo studio di Picasso: i due trascorrono interi pomeriggi sperimentando nuove modalità di fusione e interazione tra pittura e fotografia, validando il ruolo della seconda nel Cubismo. Villers gioca con le immagini delle opere del maestro, ritagliando e componendo i celebri “Decoupages”, aggregati dei soggetti piu’ ricorrenti nelle opere di Picasso e meticolosamente posti in relazione tra loro.
L’Espansione del Cubismo a una Nuovo Ramo dell’Arte
In quegli anni di metà ‘900, il potere innovativo di questa esplorazione è disarmante: la fotografia, nata agli inizi di quello stesso secolo, sta iniziando ad essere riconosciuta come un genere artistico a sé, mentre il Cubismo è storicamente circoscritto alla pittura e alla scultura. La collaborazione tra Villers e Picasso esemplifica il ruolo della complementarietà nello svelare nuove applicazioni e potenziali nascosti.
Parallelamente alla collaborazione artistica, Villers diventa un inviato sul territorio della vita intima e familiare di Picasso, documentandola tramite scatti di quotidianità e intersezione di quest’ultima con i momenti di ispirazione artistica.
Non Solo Fotografo, ma Emulatore di Successo
Villers, molto piu’ giovane del mentore e amico Pablo Picasso, riesce a far leva sulla sua esposizione al Cubismo per evadere i confini della produzione fotografica, cimentandosi nella propria versione di pittura astratta. La sua insaziabile curiosità per il potenziale espressivo di luci e forme nell’astrattismo è alimentata, nel corso degli anni, anche da molti altri esponenti delle avanguardie del ‘900 con cui si relaziona, come Jacques Prévert, Alberto Magnelli, Oliver Mark, Jean Arp, Le Corbusier, Salvador Dalí, Joan Miró e altri. Cosi, Villers inizia a dipingere fino a pochissimi anni fa, e diventa protagonista di esposizioni quali la mostra del 2015 alla galleria Gagosian di Ginevra.
Una Recente Testimonianza sul Genio di Villers
Il fotografo e giornalista Czeslaw Czaplinski, che ha fatto vista a Villers nel 2000 nella sua villa, descrive con queste parole il loro incontro:
“An incredible meeting in the artist’s studio and his charming garden, communing with the originals of Picasso and the great masters whom Villers photographed. We exchanged our publications. At the same time, the extraordinary modesty of a man who communed with geniuses of art “– I think that brought me very close to Picasso.“
Traspare l’idea di un uomo modesto, quieto, capace di tessere una rete di relazioni fondamentali alla propria crescita professionale grazie ad umiltà e autenticità. Villers lascia in eredità a tutti noi un modello di vita, non solamente professionale: è bello pensare di poterlo rendere attuale.