Saloua Raouda Choucair e l’essenza della realta’

Saloua Raouda Choucair

Saloua Raouda Choucair conquista lo spettatore con la sua incredibile forza, un linguaggio sinuoso che si declina nell’uso di vari medium e in un’arte astratta e altamente filosofica.

L’immaginazione, spogliata dai difetti della realtà, rivela la sua forma astratta, una forma che va oltre il tempo e lo spazio e supera le barriere artificiali del pensiero sequenziale per arrivare all’eternità. Per catturare questa essenza, gli arabi cercarono immagini più realistiche della realtà conosciuta”, questa frase, presa da un articolo che Choucair ha scritto nel giugno 1951, racchiude l’essenza più intima del suo lavoro. Una produzione vastissima che racchiude l’essenza della realtà, incanalando la vastità del cosmo in un unico filo conduttore che, attraverso forma, geometria, colore e rigore matematico crea un nuovo e universale linguaggio espressivo.

Saloua Raouda Choucair, Rapture of Revelation, wood, 1958.

La storia di Saloua Raouda Choucair

Saloua Raouda Choucair nacque nel 1916 a Beirut, in Libano, sotto l’Impero Ottomano e inizia a coltivare la sua pratica artistica negli anni ’40, quando durante l’università si appassiona all’arte e alla filosofia islamica. Infatti, al tempo, le espressioni artistiche del mondo arabo venivano considerate come decorative e non degne di essere sullo stesso livello dell’arte greca. Per Saloua, invece, non era così e dedicò tutta la sua vita allo studio delle due civiltà, cogliendone le differenze, apprezzandole entrambe, ma sposando l’astrattismo islamico, con i suoi modi dolci e i suoi sussurri potenti.

Inizia a prendere lezioni da Omar Onsi, uno dei maggiori artisti libanesi del tempo e, allo stesso tempo, eccelle in matematica, maturando la convinzione che arte e numeri siano alla base della rappresentazione della realtà. Nel 1948, dopo aver visitato la collezione privata di Henri Serigh decise di trasferirsi a Parigi, dove rimase per tre anni e mezzo, durante questo periodo fu parte dell’Atelier de l’Art Abstrait e sviluppò il primo ciclo della sua produzione, quello maggiormente pittorico e figurativo.

Saloua Raouda Choucair, Composizione ritmica con sfinge bianca, olio su tela, 1951.

Al suo ritorno in Libano, negli anni ’50, inizia ad applicare il suo linguaggio universale a una più grande varietà di materiali: smalto, argento, oro e argilla. Nella diversità dei materiali si trova la continuità del suo astrattismo, le forme leggere ma precise, i colori forti e accattivanti, i movimenti dolci ma infiniti. L’intima essenza della realtà, racchiusa in tutta la sua produzione, è prepotentemente visibile nelle sue sculture: Traiettoria di una linea, Interforme, Poemi e Duali. La sua produzione artistica si completa poi con le sculture d’acqua, i gioielli e i tappeti.

Tutte queste opere, pur differenti le une dalle altri, interpretano le varie sfaccettature della realtà, mostrando il mondo attraverso gli occhi di Saloua Raouda Choucair, occhi che erano in grado di cogliere i dettagli che formano l’immensità della realtà, capaci di tradurre l’essenza del mondo in numeri, forme e arte. Non si può che rimanere incantati davanti a questa rappresentazione cullante e dritta al punto del mondo fisico e spirituale.

Saloua Raouda Choucair, Moving Dual, wood , 1978-80.

L’arte di Saloua Raouda Choucair tarda ad essere scoperta e, come spesso accade, cresce esponenzialmente dopo la morte dell’artista avvenuta nel 2017. Oggi le sue opere possono essere ammirate in vari musei tra cui il Centre Pompidou a Parigi e, per tutta la sua durata, alla Biennale di Venezia 2024.

Adriano Pedrosa ha intitolato la sua Biennale “Stranieri Ovunque” e la considera un debito da pagare nei confronti di tutti gli artisti lasciati ai margini della storia dell’arte perchè non erano parte della narrativa occidentale. Tra questi ha scelto per il suo nucleo storico anche due opere di Saloua Raouda Choucair: “Composizione ritmica con Sfinge bianca” (1951) e “Autoritratto” (1943). Queste opere si trovano nei Giardini, la prima nella sala dell’astrattismo e la seconda in quella dei ritratti. Con la sua presenza dolce e intensa alla Biennale di Pedrosa, Saloua prende parte alla riscrittura della narrativa artistica, quella stessa narrativa che vede ancora l’arte greca come superiore a quella islamica e che l’aveva motivata a iniziare la sua pratica artistica. Con la sua presenza Saloua ridà vitalità all’arte astratta araba del secolo scorso, regalando un primo sguardo nel suo mondo e nel suo linguaggio universale e contribuendo a rimettere in discussione la visione occidentale della storia dell’arte.

Il 24 giugno 2024 apre nelle montagne del Libano la Saloua Raouda Choucair Foundation.

Credits:  Courtesy of the Saloua Raouda Choucair Foundation.

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