MEGA Art Fair, cattura subito l’attenzione. Sarà il fatto di essere la prima proposta di una fiera in concomitanza con Miart, sarà l’idea ambiziosa e innovativa di abbattere i canoni e creare uno spazio che coniughi l’esposizione con la vendita, sarà per la ricerca di una narrativa alternativa. Sicuramente quello che traspare da subito è la volontà di rimescolare le carte in tavola della scena artistica milanese.
MEGA: la nuova “non-fiera” a Scalo Porta Genova
“Una necessità che noi del mondo dell’arte abbiamo percepito esserci rispetto alla Milano Art Week, ci siamo accorti che su Milano mancava un momento di aggregazione che non fosse necessariamente legato alla fiera, ma che fosse legato al mondo dell’arte e che catalizzasse l’attenzione del pubblico interessato”. Così Eva Adduci, parte di BeAdvisor Art Department, una delle realtà che hanno creato e organizzato MEGA presenta il processo dietro l’idea di questo nuovo progetto. MEGA Art Fair nasce, infatti, dall’incontro di BeAdvisor Art Department, Mattia Pozzoni Art Advisory, Burro Studio e Fabio Lucarelli che richiamandosi a questa necessità comune hanno scelto di creare una fiera-non-fiera, un contenitore di eventi, opere e persone.
Il progetto si concretizza nello spazio di Scalo Porta Genova, un’unica grande sala dove è possibile cambiare il senso della narrativa della fiera d’arte. “Uno spazio di ibridazione, dove tutte le differenti anime del progetto si possano incontrare in maniera orizzontale, e che aiuta molto questa idea di orizzontalità con un’unica grande navata, che agevola molto l’ idea di rapporto fluido tra le parti, essendo un open space si riesce a coniugare il tutto grazie alla contaminazione”.
L’idea è, infatti, quella di creare un luogo che sia uno spazio di acquisto ma anche uno spazio di contemplazione. Il prodotto finale è senza dubbio accogliente e arioso, dove il visitatore non si sente intimidito e dove si ha la possibilità di apprezzare l’arte anche senza l’intenzione di comprare. Infatti, quello che MEGA si è proposta di fare ed è riuscita ad eseguire è il connubio tra semplice evento rivolto ai collezionisti e mostra rivolta a tutti gli appassionati. Lo spazio di Scalo Porta Genova si addice alla perfezione, l’identità del recupero industriale insieme all’ariosità degli interni accompagna con dolcezza il visitatore nella sua esplorazione e, allo stesso tempo, ospita i numerosi eventi in programma che hanno lo scopo di avvicinare le persone, creando un momento di casual networking e di approfondimento di varie tematiche legate al mondo dell’arte.
E così, mentre si attraversa l’unica grande navata dello spazio non si può fare a meno di notare la mancanza di stand e la presenza di una riga in più nella descrizione delle opere: il nome delle gallerie. La scelta di queste ultime si è basata sempre sulla necessità di internazionalizzazione e di connubio tra varie realtà esistenti, “per cui le gallerie presenti in fiera sono venute attraverso invito e in parte tramite application, le gallerie, infatti provengono da tutto il mondo e anche in questo caso si è voluto creare un ambiente ibrido sia con realtà affermate come König Galerie sia realtà più giovani e sperimentali. In modo che questa congiunzione venga richiamata attraverso la qualità delle opere e che potesse essere far conoscere alla realtà milanese non solo dal punto di vista istituzionale ma anche del visitatore”.
Con ancora più attenzione non si può fare a meno di notare come le produzioni siano tutte recenti, questo è dato sia dalla volontà di MEGA di dare spazio alle novità del mondo dell’arte sia alla presenza di numerose produzioni create per l’evento. Le opere dialogano tra loro e, come spiegato da Marta Sironi, curatrice di MEGA, è una questione disimpatia delle opere nello spazio e, infatti, catturano lo sguardo i piccoli gruppetti di quadri e di sculture che sembrano proprio conversare come le persone all’interno di MEGA. Allo stesso tempo è chiaro il richiamo allo spazio e alla convivialità, ben visibile nell’accostamento dell’opera di Charlie Warde, Memories From the Future (housing for Olivetti Employees), rappresentato da Cable Depot e le sculture di Francesco Paccelli della serie Lava Salva della galleria Des Bains, dove si discutono la realtà dell’housing sociale e aziendale con l’organicità della società e la ricerca di un’utopia sociale.
Infine, come in ogni fiera è presente un Collector Prize, a MEGA si trova quello della Collezione Scarzella, fondata nel 2011, si propone di supportare artisti emergenti in connessione con la città di Milano, quindi rispecchiando perfettamente la visione di MEGA. Il premio è stato vinto dall’opera di Kaï-Chun Chang “Wes lumières lointaines se rèpétent n24” rappresentato dalla galleria parigina di Romero Paprocki.