Povere Creature, il nuovo film diretto da Yorgos Lanthimos, è un affresco ambientato nella Londra vittoriana che, al di là della trama, usa l’abbigliamento per sottolineare nel corso della narrazione l’evoluzione e l’affermazione della donna. Di Bella Baxter, in particolare, interpretata da Emma Stone.
Holly Waddington e gli abiti di Bella Baxter
Il merito è della costumista Holly Waddington, che ha ideato i costumi indossati da lei e dal resto del cast, tra bustier a gabbia, gorgiere e abiti con strati di chiffon.
Attraverso la crescita di Bella si percorre una strada verso l’emancipazione, la sua fragilità e innocenza sono enfatizzate dagli abiti che indossa e in ogni vestito creato da Holly Waddington viene rappresentata la sua libertà.
Grazie ad essi viene fondata la trama del film con una spettacolare estetica visiva, trascinando lo spettatore in un universo parallelo.
Ecco alcuni esempi.
Le maniche a sbuffo, quasi come un’armatura, pronte a proteggere Bella dal mondo al di fuori della sua casa.
Gli stivaletti, le crinoline voluminose e le mutande-pantaloncino di seta diventano la divisa del suo viaggio, alla scoperta di se stessa, prima a Lisbona, poi ad Alessandria d’Egitto, e infine a Parigi.
In epoca Vittoriana una donna non avrebbe mai osato indossare gli stivaletti con le caviglie in vista, ma Bella lo fa, nel suo percorso di emancipazione.
Appare come una bambina, intrappolata in un’ infantilizzazione forzata e di conseguenza, negli outfit manca sempre qualcosa, indossa abiti che la vestono nella parte superiore e le lasciano scoperte le gambe e i piedi nudi.
A Lisbona, il suo look disordinato, che combina biancheria intima in stile anni Trenta con stivali ispirati agli stivali Courrèges degli anni Sessanta, sono un grido di ribellione contro le convenzioni, una dichiarazione di vera e propria indipendenza.
La fase finale della trasformazione di Bella si manifesta nel suo look da dark academia, tra l’austero e il concettuale. Mentre vive e lavora nel bordello Parigino.
Infine, l’abito da sposa, inteso come gabbia e velo allacciato dietro come protesta. Holly Waddington ha dichiarato che l’ispirazione per l’abito da sposa è stato un libro di bozzetti del 1890 trovato a Portobello Market a Londra.