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“Un quadro non è l’immagine di un’esperienza, è l’esperienza stessa.” ―
Mark Rothko
Mark Rothko (Markus Rothkowitz, 1903 – 1970) è stato uno dei principali esponenti dell’espressionismo astratto, insieme ad artisti come Jackson Pollock, Franz Kline, Wllem de Kooning e Cy Twombly. Nato in una famiglia ebraica in Lettonia, presto si trasferì negli Stati Uniti dove raggiunse la sua massima notorietà dagli anni ‘50 con i suoi Color Field Paintings caratterizzati da variazioni cromatiche di due fino a quattro aree rettangolari su fondo monocromo.
L’Arte di Rothko
L’idea fondamentale dell’artista era quella di coinvolgere emotivamente l’osservatore al punto da far percepire la stessa esperienza provata nel dipingere l’opera. A tale proposito, Rothko afferma: “Non sono un astrattista… Non mi interessano le relazioni tra colori, forme o altro. Mi interessa solo esprimere le emozioni umane basilari: la tragedia, l’estasi, la sventura e così via. […]Le persone che piangono davanti ai miei quadri stanno vivendo la stessa esperienza mistica che ho vissuto io quando li ho dipinti. E se lei, come dice, è mosso solo dal rapporto dei colori, allora non coglie il punto”. Questo stato di intima contemplazione trascendentale è favorito dal peculiare formato delle sue tele: “Dipingo grandi quadri perché voglio creare uno stato di intimità. Un quadro grande è un atto immediato: ti prende dentro di sé”.
Gli innumerevoli successi professionali non hanno precluso alle opere dell’artista di trasmettere quell’inquietudine e quel senso tragico del dramma umano dell’esistenza che lo accompagnarono fino all’ultimo sospiro quando morì suicida nel suo studio di New York. Nei primi anni 2000 venne incluso tra gli artisti più quotati del mondo annoverando uno dei dieci quadri più pagati nella storia, No.6 (Violet, Green and Red),acquistato per 186 milioni di dollari da Dmitry Rybolovlev, l’imprenditore russo a sua volta proprietario del Salvator Mundi.